Tarassaco

TARASSACO


Photo: © Jacopo Ventura

AUTRICE: Valeria Laudi

COSA:
tarassaco comune o dente di leone o cicoria matta, ma anche tanti altri nomi locali.

CHI:
#erbadicasamia

QUANDO:
prima che sbocci il fiore in primavera, quando le foglie sono piccole e tenere, ma anche fino a tarda estate, sebbene con l’avanzare della stagione diventino più coriacee e amare.

DOVE:
nei prati e nei campi incolti. Nella variante coltivata, caratterizzata da foglia più grande, molto meno amara e soprattutto con poco sapore, “cresce” anche in taluni supermercati.

PERCHÉ:
pratica antica come il mondo, ma riservata fino a non molto tempo fa a pochi adepti, oggigiorno il foraging, ovvero la raccolta di erbe, ma anche di bacche, frutti, fiori che crescono spontanei nella natura, sta diventando di gran moda.
Lo frequentano gli chef più famosi, che postano selfie bucolici su Instagam, mentre sono intenti a raccogliere erbe spontanee e selvatiche nei dintorni dei loro ristoranti.
Lo fanno gli innamorati protagonisti del mio romanzo “Domani è un altro giorno”, che vanno per “erbi” nella campagna toscana. (N.d.R. Ebbene sì, ho scritto un romanzo, anzi più di uno, ma è questa un’altra storia!)
Quando ancora abitavo nelle verdi e rigogliose Prealpi, anch’io mi dedicavo alla raccolta di erbe spontanee. Prendevo di tutto, insalate di campo, quali valerianella selvatica, silene, piantaggine e portulaca, ma anche foglie e fiori di viole e primule per dare colore e aroma alle misticanze, bianchi grappoli di fiori di robinia da fare fritti, asparagi selvatici, luppolo e soprattutto quantità industriali di tarassaco.
Probabilmente fra tutte le erbe spontanee il tarassaco è la più facile da trovare. Come riconoscerla? Vi ricordate i soffioni, quegli impalbabili batuffoli bianchi pelosi che da bambini ci divertivamo a far volare soffiandoci sopra, rimanendo poi incantati a osservare il vento che li trasportava volteggianti ed eterei nell’aria? Ecco, quello è il tarassaco. O meglio quello è l’infruttescenza del fiore del tarassaco, pianta erbacea dall’aspetto molto simile alla cicoria da taglio, ma con un gusto ancora più deciso, con uno spiccato sapore erbaceo e un sentore lievemente speziato.
Raccogliere tarassaco fa bene tre volte. Innanzitutto perché il tarassaco è un toccasana per il nostro organismo, in secondo luogo perchè chinarsi e rialzarsi tra un cespo e l’altro è un’attività fisica piuttosto faticosa, un po’ come fare gli squat in palestra, ma soprattutto la piacevole passeggiata in mezzo alla natura, circondati soltanto dal melodioso canto degli uccellini e da api ronzanti e farfalle multicolori che svolazzano di fiore in fiore, rilassa e svuota la mente. E direi che di tanto in tanto ne abbiamo tutti un disperato bisogno.

COME:
più le insalate sono amare, più mi piacciono, perciò ovviamente adoro il tarassaco. In assoluto mi piace mangiarlo tagliato sottile sottile in insalata, condito con abbondante olio EVO, aceto e sale, ma lo apprezzo anche sbollentato, come ripieno dei tortelloni di magro insieme alla ricotta, al posto degli spinaci o delle erbette. Per dare una nota di colore e un aspetto campestre, dopo averli conditi con burro fuso, salvia e parmigiano, spargo qua e là una manciata di piccoli petali dei suoi bellissimi fiori gialli. Infine i boccioli ancora chiusi e appena sbollentati sostituiscono i capperi sul mio vitello tonnato.

QUANTO COSTA:
€ 0,00. Solo un po’ di fatica per la raccolta.