TuttoFood Milano 2023






TUTTOFOOD Milano 2023

Giorni di fiera: 4
Visitatori: 100.000 (o giù di lì) +2 (noi di MdM)
Padiglioni visitati: 7
Stand visti: circa 1500
Km percorsi a piedi: 120 in 2 (metro più, metro meno)
Kg di dépliant e promemoria: più di 100
Calorie: 1 milione (tra assaggi effettivi e calorie virtuali ingurgitate soltanto con gli occhi)

Non c’è niente da fare. Come era prevedibile, nonostante l’attività fisica intensa, tra assaggi, assaggini e assaggioni vari, zigzagando tra gli espositori del food, il bilancio di TUTTOFOOD 2023, la più importante fiera B2B italiana del settore agro-alimentare, è decisamente a sfavore della prova costume, ma altamente positivo dal punto di vista qualitativo.
Tra svariati brand conosciuti e non poche novità, anche quest’anno sono infatti davvero numerose le eccellenze agroalimentari presentate a Rho Fiera. Talmente variegate che se ne potrebbe parlare, non dico fino alla prossima edizione, ma quasi.
Per i prodotti più interessanti, che più ci sono piaciuti, ci hanno conquistato o incuriosito, seguiranno recensioni dettagliate, approfondimenti tematici e monografici.

Come amuse-bouche ecco però un piccolo viaggio tra golosità, particolarità e qualche new entry.

Partiamo dal Padiglione 1 World, dove facciamo un salto in Cina, presente alla manifestazione con una selezione di aziende della Provincia di Sichuan, famosa per il particolare pepe, che in realtà pepe non è, bensì una bacca dal sapore agrumato e pungente di una pianta della famiglia delle rutacee.

Proviamo nell’ordine:

Le irresistibili salse piccanti di Hexin Agricultural Co.

 

Il delicato infuso di rose di Sichuan Shengxiang Rose Ecological Agriculture Development Co.

 

I profumatissimi in foglia di Sichuan Tea Industry Group Co. Ltd.

 

La spugnola, fungo prelibato molto apprezzato da tutti gli chef stellati, proposta nella versione essiccata da Morchella Star e cucinata in brodo leggermente piccante con i noodles.

 

E l’Africa? Non è poi così lontana. Dall’Asia alla savana c’è di mezzo solo un quarto di padiglione! Accolti da sorridenti hostess in tutina animalier, all’insegna del “famolo strano”, assaggiamo un po’ perplessi ragù di coccodrillo e salame di zebra della azienda bergamasca Savannah Delights. Buoni! Simile al pollo l’uno, alla carne di cavallo con una nota più selvatica l’altra.

 

Si torna in Europa, e per la precisione in Macedonia, con i peperoncini cherry ripieni di Vori. A differenza dei nostrani piemontesi e calabresi farciti con tonno o acciughe, questi sono imbottiti con formaggio fresco, ma sono altrettanto sfiziosi, perfetti per un aperitivo o da servire come antipasto.

 

Pochi passi e raggiungiamo la Calabria, che ci accoglie con un’esperienza di degustazione veramente esplosiva. Nello stand di Sarubbi è infatti possibile lanciarsi in una insolita verticale di salse di peperoncini, in un crescendo di gradi di piccantezza, dal medio-piccante del calabrese Diavolicchio, al fuoco dell’Habanero, fino alla dinamite del Carolina Reaper, in assoluto il peperoncino più piccante al mondo. E chi l’ha provato conferma, ne basta un micron per scatenare l’inferno sulle papille gustative.

 

Capitolo salumi, qui si aprirebbe un volume intero della grande enciclopedia italiana del cibo.

Tra le differenti proposte dalle diverse regioni, da segnalare una novità assoluta, la neonata Filiera Nazionale del Suino Nero Italiano Autoctono, per mano di Madeo, grande realtà calabrese della norcineria. Nel loro stand abbiamo apprezzato una verticale di cinque prosciutti a coltello, a partire dalla Mora romagnola, passando per Cinta senese, Casertana, Nero dei Nebrodi, fino al Nero calabrese.

 

La saggezza popolare non sbaglia mai. Dalle nostre parti si dice, ad esempio, che la bòca l’è minga stràca se la sa nò de vàca”. Tradotto per il resto d’Italia, significa che non si può terminare un pasto senza aver mangiato almeno un pezzetto di formaggio.

Imperdibili tre assolute eccellenze, una transalpina e due italiane.

In condominio di stand con Dok dall’Ava, il produttore friulano di pregiati prosciutti San Daniele, da Repertoire Culinaire, selezionatore e distributore di formaggi (e salumi) francesi di alta qualità, abbiamo apprezzato un Reblochon e un erborinato di mucca da urlo.

 

Il Consorzio per la tutela del Formaggio Montasio ci ha invece proposto il famoso formaggio friulano in due varianti, mezzano e stravecchio, entrambe di una bontà unica.

 

Infine come resistere all’assaggio dei formaggi tipici siciliani di Sicilformaggi, in trasferta da Santa Ninfa, in provincia di Trapani. Bellissimi da vedere e deliziosi per il palato, in modo particolare l’Erborinato con crema e pistacchio e l’Ubriaco pantesco, con Passito di Pantelleria.

 

In ambito vegetale, incredibilmente belli da vedere, ma anche molto buoni i germogli di Agricooltur di Carignano in provincia di Torino.

 

Curioso e insospettabilmente gradevole, il pollo non pollo a base di piselli della azienda elvetica Planted Foods AG, che sposa perfettamente la nuova tendenza alimentare plant-based. Il cibo del futuro?

 

La frutta secca andrebbe inserita ogni giorno nella nostra dieta. Lo consiglia anche Marco Bianchi, famoso volto TV, cuoco e divulgatore scientifico, proprio in questi giorni al suo debutto in teatro con La giornata perfetta, uno spettacolo intelligente e divertente sulla sana alimentazione.

A tal proposito le nocciole toscane di nocciole.it sono davvero speciali, declinate in svariate ricette dolci e salate per accontentare anche i palati più esigenti.

 

E i pistacchi di Bronte? Non sono certo da meno. Veramente top quelli al naturale di ’A Ricchigia.

 

Concludiamo in dolcezza.

Lisa, maître chocolatier di Boella & Sorrisi, il gianduiotto c’è l’ha fatto davanti agli occhi. E che gianduiotto!






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